Al via I Teatri del Sacro

Con la triade di spettacoli Clarel, T/empio, e Labirinto, il Festival ha esordito ieri a Lucca, negli spazi del Teatro San Girolamo, del San Micheletto e della Chiesa di San Giovanni.
Valter Malosti apre con Clarel, tratto dall’omonimo e sconosciuto poema di Melville, composto dal grande romanziere vent’anni dopo un viaggio nei luoghi sacri di Gerusalemme, vissuto come ricerca di sé e della fede. Poema monumentale -ci dice Malosti nell’introduzione-, con una storia costruita a specchio su quella biografica di Melville, straordinariamente interiore e visionaria. Malosti sceglie di raccontare il cammino interiore di Clarel, giovane seminarista e novello Dante, su semplici linee evocative tracciate dalla musica. In un concerto per voce, oud, chitarre e live electronics, il dramma del sacro è suggestivamente abbracciato alla moltitudine di credo di Gerusalemme, dove Luc Messinezis ha realizzato i vibranti field recordings.
Il duo Carullo-Minasi, per T/empio, sceglie, invece, una rappresentazione dialogica e ironica, sempre comunque sospesa sul filo della commozione; sullo sfondo di una stilizzata scenografia in bianco e nero, i due attori rielaborano il testo classico dell’Eutifrone di Platone, in un processo per sottrazione che è gioco serio, in cui la parola e il concetto sono restituiti alla loro limpida Verità.
Quasi privo di parole, al contrario, l’allestimento della compagnia Teatri35, che, con Labirinto, ha modellato dal vivo, nel suggestivo spazio della chiesa di San Giovanni, le opere di pittori celebri raffiguranti icone sacre. Ricostruiscono così un cammino da fuori a dentro il Labirinto (e ritorno), che sincronizza musica e gesto purissimo.