“In nome della madre” a Roma nei teatri di cintura

si replica domenica 18 novembre alle ore 17.00 al
Teatro Tor Bella Monaca
e domenica 25 novembre alle ore 17.00 al
Teatro Biblioteca Quarticciolo

lo spettacolo
IN NOME DELLA MADRE
di Erri De Luca
con Patrizia Punzo
scene e regia Danilo Nigrelli

ingresso 5, 00 euro
è possibile prenotare al numero 062010579

Lo spettacolo ha debuttato a Lucca nell’ambito della prima edizione dei Teatri del Sacro.

“In nome della madre” è la storia di Maria, in ebraico Miriàm, la madre di Gesù. Non è la storia della sua vita ma “solamente” dei nove mesi che vanno dal concepimento alla nascita del figlio. E’ una vicenda che conosciamo bene, o almeno crediamo di conoscere, che ci è stata narrata quando eravamo piccoli dai nostri genitori o al catechismo, per chi lo ha frequentato. E’ uno dei momenti fondanti dell’intera religione cristiana.
L’angelo, i pastori, la stella cometa, il bue e l’asinello sono parte del nostro immaginario, credenti e non, ma la particolarità di “In nome della madre” è che il racconto è affidato a Maria stessa, con la sua età e le sue parole, con le sue ansie e le sue certezze. Erri De Luca è un profondo conoscitore dell’ebraico antico e delle Sacre Scritture, ma è anche un ateo dichiarato. Ebbene ciò che più colpisce leggendo questa sua opera sono l’Amore e il Rispetto che egli ha verso questa ragazzina vissuta più di duemila anni fa, mostrandola per quello che è, una ragazzina appunto, che si trova a vivere improvvisamente una vicenda che avrebbe potuto schiacciare chiunque ma che con tenacia, semplicità e soprattutto con la Fede lei riesce a governare.

Patrizia Punzo non interpreta un personaggio, ma accompagna ogni singolo spettatore nell’incontro con questa ragazza “piena di grazia”, sottolineando l’attualità del messaggio e coinvolgendo il pubblico in prima persona.

“Oibò sono morto” replica a Roma dal 16 al 21 ottobre 2012

Il divertente spettacolo della compagnia Donati Olesen replica al Teatro Argot Studio. Un’occasione da non perdere per chi avesse mancato i precedenti appuntamenti.

Due anime si ritrovano in un altrove non ben identificato dopo essere morte inaspettatamente, nel pieno della vita: un pezzo di deliziosa comicità dietro a cui si cela il bisogno struggente di ritrovare il senso delle cose nella durata senza tempo dei sentimenti e delle emozioni.

Info e prenotazioni sul sito del Teatro Argot (zona Trastevere).

 

 

 

sabato 26 maggio LA STORIA DI RUTH alla Sala Santa Silvia di Roma

Ultimo appuntamento della rassegna di primavera romana, lo spettacolo della compagnia ARIEL guida con intelligenza lo spettatore dentro le pieghe del Libro della Bibbia, mettendone in luce la trama significante. Temi alla base della storia di Ruth sono la solidarietà femminile, l’accoglienza dello straniero, il valore della fiducia e la determinatezza del coraggio.

Lo spettacolo alterna con particolare efficacia azione narrativa e interpretazione testuale: ne scaturisce una sorta di ‘dramma didattico’ estremamente coinvolgente, anche all’aiuto prezioso della musica dal vivo.

Sala Santa Silvia (viale G. Sirtori 2) ore 21
INGRESSI intero 5 euro, ridotto (under 30) 2 euro

 

“Oibò sono morto” giovedì 24 maggio a Roma (Santa Silvia)

Jacob Olesen e Giovanna Mori danno corpo e voce a un duetto divertente e pieno di  battute di spirito. Nel senso letterale del termine…

Due anime si ritrovano in un altrove non ben identificato dopo essere morte inaspettatamente, nel pieno della vita: un pezzo di deliziosa comicità dietro a cui si cela il bisogno struggente di ritrovare il senso delle cose nella durata senza tempo dei sentimenti e delle emozioni.

Deliziosa pièce della compagnia Donati-Olesen, lo spettacolo sarà in scena alla sala della comunità di Santa Silvia (zona Portuense) giovedì 24 maggio alle ore 21.

Sala Santa Silvia – via G. Sirtori, 2
Ingresso: 5 euro – ridotto 2 euro
Info e prenotazioni: teatridelsacro@gmail.com; 331.6906345

 

 

Lucilla Giagnoni a Roma il 20 maggio con “Apocalisse”

Centrale Preneste Teatro, ore 21.00. Approda così finalmente a Roma l’ultimo lavoro di Lucilla Giagnoni, “Apocalisse”, episodio conclusivo della trilogia iniziata con “Vergine madre” e “Big Bang”.

Leggi l’articolo del SOLE 24 ORE sullo spettacolo.

Lo spettacolo, in scena a Centrale Preneste Teatro domenica prossima alle ore 21, è stato tra i più apprezzati nell’ultimo festival di Lucca (settembre 2011) e parte dal Vangelo di Giovanni e dall’Edipo di Sofocle per centrare il tema di svelamento e ri-velamento insiti nell’Apocalisse.

 

 

 

I Sacchi di Sabbia e Giulio Costa a Roma domenica 13 maggio al Teatro Biblioteca Quarticciolo

Al Teatro Biblioteca Quarticciolo di Roma domenica 13 maggio andranno in scena due preziosi spettacoli che hanno debuttato al festival di Lucca.

I SACCHI DI SABBIA presentano ABRAM E ISAC, SACRA RAPPRESENTAZIONE IN CARTOON, “piccolo, delizioso spettacolo destinato ad affascinare qualsiasi tipo di pubblico”, come lo ha definito la critica (Rossella Battisti su L’Unità del 5/10/12).

Subito a seguire, la bruciante performance di Marco Sgarbi a firma Giulio Costa (vincitore del premio Dante Cappelletti 2011) propone una MESSA IN SCENA destinata a mettere al centro del palco i riti, religiosi quanto teatrali, in una performance di soli 20 minuti.

Teatro Biblioteca Quarticciolo – via Ostuni, 8
biglietti 5 euro, 2 euro
info 0645460705

Ecco quindi gli appuntamenti da segnare in agenda:

I Sacchi di Sabbia – Abram e Isac, sacra rappresentazione in cartoon
regia Giovanni Guerrieri e Giulia Gallo, con Arianna Benvenuti, Giulia Gallo, Giulia Solano

Con Abram e Isac, sacra rappresentazione in cartoon, la compagnia I Sacchi di Sabbia compie una stupefacente acrobazia sulla fonte biblica, trasformando una sacra rappresentazione del Quattrocento in un’animazione che prende vita da un libro pop up. Nella semplicità di una cornice scenica scandita dal ritmo del tempo (una pila di libretti che si alza e si abbassa) si materializza così, davanti allo spettatore, un delizioso teatrino di carta che, quadro dopo quadro, restituisce la drammatica storia del sacrificio di Isacco in forma di sogno e di fiaba, lasciando a ciò che resta della nostra infanzia il compito di rimanere incantati.

Arkadis – Messa in scena
regia Giulio Costa, con Marco Sgarbi

Una fulminante performance sul significato e sull’attualità del rituale fondativo della fede cristiana: nello spazio vuoto della scena un attore assembla un rudimentale altare e un ambone, preparandolo per la messa, con la gestualità esperta e abitudinaria di chi ripete quotidianamente le stesse azioni. Solo che, sotto la focale del teatro, ogni movimento e ogni oggetto, decontestualizzati dal loro ambiente originario, si accendono di luce nuova, portando l’attore / prete e lo spettatore / fedele a riflettere sul senso di un rito vissuto troppo spesso superficialmente, dato quasi per scontato, fino al punto di massima intensità, quando, dopo la proclamazione della Parola, l’attore / prete alza per la prima volta gli occhi e fissa a lungo il pubblico, con uno sguardo interrogativo e penetrante, carico di domande conturbanti.

Judith e l’Angelo il 13 maggio a Centrale Preneste Teatro

appuntamento con la danza contemporanea per I Teatri del Sacro con il bellissimo JUDITH E L’ANGELO, una coreografia firmata da Julie Ann Anzillotti in scena a Centrale Preneste Teatro il 13 maggio alle ore 21.

“La leggenda di Giuliano” venerdì 11 maggio nella Sala Cantieri Scalzi di Roma

Racconto teatrale con musica dal vivo da La leggenda di S. Giuliano Ospitaliere
di Gustave Flaubert
11 MAGGIO 2012, ore 21.00
SALA CANTIERI SCALZI (via Pistoia 1B – Roma)
ingresso libero, fino ad esaurimento dei posti disponibili
info e prenotazioni: mail segreteria@thiasos.it, tel. 388.1726565

scritto, diretto e narrato da Sista Bramini
musica vocale e strumentale interpretata da Camilla Dell’Agnola e Carla Taglietti
regia musicale di Camilla Dell’Agnola
costumi di Fiamma Benvignati
O Thiasos TeatroNatura

foto Francesco Carbone

La leggenda di Giuliano è una elaborazione in forma di racconto teatrale ispirata a La leggenda di S. Giuliano ospitaliere di Gustave Flaubert.
Narra l’anomala conversione di coscienza di Giuliano, cacciatore abilissimo ed efferato, che finisce per assassinare inconsapevolmente i suoi genitori, come un miracoloso cervo da lui trafitto gli aveva predetto.
Un cammino di solitudine e di espiazione estrema lo conducono ad una essenzialità del cuore, nella quale fiorisce un modo inedito di percepire la realtà, dentro e intorno a lui: il senso del vivente. È la percezione di qualcosa di vulnerabile e ripugnante – perché esposto alla morte – dalla cui accogliente compassione Giuliano riceverà il perdono, la coscienza trasformata e una gioia immensa.
Apparentemente estrema, la vicenda di Giuliano è quella di tutti noi, sempre più lontani dal contatto diretto con la natura e gli altri esseri viventi. Ci crediamo più potenti grazie ai ‘prodigi’ della tecnologia, ma siamo sempre meno vitali e sempre più schiavi del consumismo, esiliati dall’arte del vivere.
Il racconto travolgente è accompagnato dalla musica dal vivo e dal canto. Se gli strumenti, a corda e a fiato, evocano sonorità medievali nelle quali è ambientata la fabula, e il canto suggerisce e accompagna le tappe dell’educazione sentimentale di Giuliano e della sua metamorfosi spirituale, sono le percussioni, nella sensibilità dei timbri e dei ritmi, a suscitare profonda empatia rispetto a ciò che è vivo e palpita in noi e intorno a noi.

lo spettacolo si replica anche sabato 12 maggio alle ore 21.00
con ingresso riservato ai soci della Sala

mercoledì 18 aprile al Teatro Biblioteca Quarticciolo il teatro e natura di Lorenza Zambon


L’esperienza dell’incontro con “la natura” può portarci, (sì, proprio noi, adesso) ad un’esperienza del “sacro”?
Di che “sacro” stiamo parlando?
Ci sono luoghi che sono come porte. Quali sono questi luoghi per noi, persone in scena? E per voi?
Noi siamo la specie più importante dell’universo?
Cosa hanno a che fare sacro e selvatico?
Hanno pratiche comuni? Ascoltare, comunicare oltre ai confini fra le specie, ringraziare? Esultare?
Dov’è il giardino? E il giardiniere?
Il tempo è breve. Ci permettete di farvi un regalo?

Radice del progetto è l’incontro fra Lorenza Zambon (attrice-giardiniera che esplora da tempo la relazione fra teatro e natura) e un gruppo di giovani artiste aggregatosi all’interno del laboratorio “Coltivando il nostro giardino”, Roma gennaio –aprile 2010; esperienza forte tanto da produrre un gruppo che intende proseguire nella ricerca di un teatro “fuori dai teatri”, in senso fisico ma soprattutto poetico ed etico, volto a propiziare la comprensione, non solo razionale, di punti di fuoco su cui si possa basare un nuovo e più responsabile pensiero/sentimento della natura, senza temere di spingersi verso la ricerca spirituale che il contatto profondo con “la natura” implica inevitabilmente.

Il testo: drammaturgia originale di Lorenza Zambon basata su un lavoro di ricerca comune che ha preso le mosse dall’ esperienza personale delle artiste coinvolte, si è sviluppato sperimentando l’andare in natura, il fare anima di paesaggio, il coltivare i luoghi e, soprattutto, condividendo la pratica meditativa del giardinaggio; si è poi rafforzato e strutturato grazie alle suggestioni , ai riscontri e ai confronti con le opere di autori che hanno indagato la relazione con la natura in ambiti molto diversi quali Gary Snyder, Raimon Panikkar, Fritjof Capra, Pia Pera, Giuseppe Barbera, Ernesto e Adriana Giorgetti, Matteo Meschiari.
La creazione de “Il giardino sacro” si avvale inoltre della preziosa collaborazione di Carlo Actis Dato, grande e appassionato musicista, compositore ed esecutore dal vivo delle musiche.

La forma: questo è un teatro in cui interpreti e pubblico si guardano negli occhi.
“Il giardino sacro” non prevede una scenografia ma piuttosto un’installazione vegetale vivente: un orto-giardino temporaneo realizzato con supporti ottenuti con materiali poveri e di riciclo (cassette di plastica da vendemmia o da raccolta di olive, bottiglie, ecc.); uno spazio amichevole e conviviale in cui attrici e pubblico possono condividere con semplicità e divertimento un’esperienza comune e contemporaneamente un piccolo paradigma replicabile di orto metropolitano “del terzo millennio” trasportabile e realizzabile ovunque.